"Cervaro della Sala" è la celebre etichetta che Antinori realizza nella propria tenuta in Umbria, a poca distanza dal confine toscano: creato nel 1985 da Riccardo Cotarella, rappresenta uno dei primi bianchi italiani ad aver svolto fermentazione malo-lattica e affinamento in barrique. Il nome è una dedica alla storia del Castello della Sala riportato sulla bottiglia: edificato nel 1350 per conto di Angelo Monaldeschi della Vipera, la cui antica schiatta giunse in Italia al seguito di Carlo Magno, attraversa tempestose vicende di intrighi e scontri familiari, fino al periodo di rinnovata serenità inaugurato dal matrimonio tra Pietro Antonio e Giovanna Monaldeschi della Cervara.
Antinori realizza "Cervaro della Sala" nella tenuta del Castello della Sala, vinificando le uve Chardonnay e un saldo di uve Grechetto provenienti da un terreno argilloso abbondantemente sparso di fossili marini, sopra un suolo di matrice calcarea. I vigneti si estendono per 200 ettari a nord di Orvieto, con esposizione nord-est, su pendii compresi fra i 470 e i 220 metri di quota. Le operazioni di vinificazione si svolgono separatamente per le due varietà, all'interno della cantina costruita per sfruttare la gravità. La macerazione pellicolare a temperatura controllata di 10 °C si protrae per 4 giorni: il mosto viene quindi riversato per caduta in serbatoi di decantazione in acciaio, dove procede una fase di illimpidimento statico. La fermentazione alcolica e quella malo-lattica dello Chardonnay hanno luogo in barrique di rovere francese: dopo circa 5 mesi di sosta viene travasato di nuovo in acciaio, unendolo al Grechetto che è stato elaborato unicamente in vasche inox. Dopo l'assemblaggio e un periodo di riposo si procede all'imbottigliamento e all'affinamento finale in bottiglia per circa 10 mesi all'interno delle cantine.
"Cervaro della Sala" di Antinori presenta una veste leggiadra dai toni giallo paglierino, con giovanili riflessi verdolini. Complesso il naso, variegato su intensi sentori di scorza d'agrumi e arancia candita, note di fiori d'acacia e sfumature speziate di vaniglia, all'interno di una cornice che rimanda ad una certa mineralità sottesa. Il sorso è ampio e morbido, il palato ricco di sensazioni saline che si fondono ai richiami di burrosa pasticceria e ad un tostato evidente di nocciola. Può sposare sorprendentemente plateau di ricci di mare e bulot, oppure affrontare un poulet de Bresse alla senape.
ColoreGiallo paglierino intenso con sfumature sul verde

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